Offline da 100 giorni, non sono pochi, sono 3 mesi e più, c’è chi dividerebbe questi 100 giorni in 3 Cantiche, ne farebbe di ognuna 33 Canti e aggiungerebbe un Proemio al primo. Visto che c’è riuscito questo signore, non vedo perché non possa riuscirci io dopo, mmm 800 anni e più.
Ovviamente non scriverò tutti e 100 i canti, ma solamente le parti più interessanti.
Proemio – Giorno 1
Nel mezzo del cammin di nostra vita,
mi ritrovai per una selva oscura,
ché la diritta via era smarrita.
Questo è un ottimo momento per rendermi conto che mi trovo nell’età giusta del mio cammin per citare questi tre versetti. E’ il primo giorno, ci siamo visti il giorno prima, avevo paura a scrivere sulla chat che usavamo, quel giorno sentivo che i tasti della tastiera pesavano enormemente, ma avevo la fortuna di pensare che nei giorni seguenti non ci saremmo visti comunque, Natale era alle porte, comunque avremmo passato dei giorni separati, non pensavo minimamente al primo lunedì. Vivevo questo giorno e i giorni a seguire con la consapevolezza che le ultime parole dette su quella chat erano:
IO:
Io voglio fare l’amore con te
LEI:
Anche io
Volutamente non scrissi nient’altro.
Queste parole, dette verso le 17.00 mi accompagnano da quei giorni di festa. Ognuno con le sue famiglie, ognuno con i suoi problemi, ognuno senza l’altro.
Giorno 2 – Giorno 14
Le feste sono passate, sono stato completamente assorto in fantasiose cene di famiglia con lei al mio fianco. Il giorno 14 è il mio compleanno, i regali sono stati abbastanza inutili, i miei parenti hanno fatto giusto una telefonata, perché la mia situazione familiare è abbastanza incasinata e di buon grado hanno glissato nel rovinarsi i festeggiamenti. Mi consolava una dedica su un libro, una dedica di un libro regalatomi da lei prima di andare via. L’ho letta tutto il mio compleanno, pensando che fosse il più bel regalo mai ricevuto. Lo era. Non riuscivo a smettere di leggerla, sognavo capodanno e natale, sognavo la magia di ognuno di questi giorni. Se avessi creduto a Babbo Natale gli avrei mandato una mail con conferma di recapito e di lettura per avere lei sicuramente.
Giorno 16
La cena, è stata una boccata d'aria in questo inferno che si palesava, i gironi della mancanza e della necessità stavano prendendo il sopravvento ma l’apparizione del Virgilio del momento, organizzando una cena, ha fatto in modo che riuscissi a riprendermi qualcosa di mio, un suo bacio.
Ci siamo sentiti molto, abbiamo condiviso molto, abbiamo parlato tanto, ore ed ore al telefono, tanti sms, abbiamo vissuto intensamente anche senza vederci. Io passavo il tempo qua a lavoro a rivivere quello che abbiamo fatto assieme, per giorni ho aperto la porta della sua stanza, fino a che non è stata chiusa a chiave, cercavo i suoi occhi dietro al monitor, che mi guardavano e mi dicevano “buongiorno”, davanti a tutti, ci eravamo visti mezz’ora prima dopo essere stati 25-30 minuti al telefono.
Ho accarezzato più volte il muro dove le sue forcine per capelli hanno lasciato delle righe, perché ci baciavamo e lei muoveva la testa, il muro si rigava, ogni riga, ogni impronta delle mie mani su quei muri mi ricorda quei baci.
Mi fermavo minuti nella sua stanza su quel davanzale di marmo, dove guardavo fuori, sentivo lei che si alzava e mi veniva ad abbracciare ed insieme guardavamo un edificio di pietra e finestre, una scala antincendio, dei motori di condizionatori e macchine parcheggiate, ma ci specchiavamo nella finestra, come fosse una foto da camera da letto.
Abbiamo sognato di vederci, abbiamo sperato di riuscirci. Abbiamo detto centinaia di “ti vorrei qua.”
Giorno 72
Ore 9.00 appuntamento alla metropolitana, la vado a prendere, il mio coinquilino è fuori, viene a casa mia per un thè. Non abbiamo neanche visto la bustina, lei aveva portato un babydoll comprato apposta per me. Siamo stati insieme fino all’ora di pranzo, abbiamo pranzato insieme in un posto che fa un ottimo risotto alla crema di scampi, poi è andata a casa, ancora una volta. Avevo il suo profumo addosso e nel letto. Abbiamo riso e scherzato perché ho messo una mensola sul letto che probabilmente non è all’altezza giusta. Abbiamo fatto l’amore, ci siamo abbracciati dopo aver fatto l’amore, sdraiati in un letto, per quanto l’abbia sognato o immaginato, non credevo che fosse così bello. Ho avuto la testa in panne per ore, giorni.
Non riuscivo a dirle quanto l’amassi più di quanto non si potesse dire con i gesti, la guardavo, nonostante stessimo facendo l’amore, come se non credessi che lei era li, sorridevo. Un ebete….
Giorno 75
Buona festa delle donne. Non ci fu mimosa, solo un appuntamento alle 7.00, il mio coinquilino questa volta era in casa, dormiva, siamo stati insieme. Avrei voluto si fermasse ancora da me. Non avrei mai voluto andasse via. Ricordo ogni dettaglio, ricordo ogni parola, ogni sguardo. Senza entrare nei dettagli.
Giorno 81
Ultima visita, non c’è due senza tre mi ha detto, siamo stati insieme ancora una volta, ho la maglietta ancora la, una delle mie magliette preferite porta il suo profumo. Siamo andati insieme ad un supermercato, abbiamo mangiato un pessimo piatto di tortellini panna piselli e tipo-funghi. Ma eravamo insieme, anche quel pasto divenne un ricordo.
Giorno 100
Oggi, rileggo tutti i commenti, rileggo i miei post, rivedo le foto che mi mandava quando le dicevo qualcosa di dolce. Perché lei si diverte a prendermi in giro quando cedo alla tenerezza.
Questa è una foto di repertorio… Ovviamente è solo una delle tante con cui riesce a farmi incazzare con questa storia del tender…
Vero è che non posso negarlo, ma posso provare solo a vendicarmi. Comunque sto divagando.
Io ancora non so come andrà a finire questa storia, come ho scritto molte volte, so solo che se dovessi scrivere un romanzo avrei parecchie cose da scrivere. Il finale di un romanzo è molto importante, forse ne definisce il genere, ma dopotutto, lo svolgimento dello stesso è quello che ci appassiona, la fine per uno lettore è solo curiosità, ma se una storia è ben scritta, ben articolata, viva, vorremmo non finisse mai, e per quel che mi riguarda, comunque andrà, non finirà mai. Ora a 100 giorni che sono qua, ancora guardo le stesse cose, quelle righe sul muro io ce le ho di fronte, basta solo che alzo lo sguardo. Evito di farlo, altrimenti mi incanto. Mi incanto a pensare a quello che è successo, alle risate nascoste che si faceva quando si poggiava la durante le riunioni, e mi guardava sottecchi. Perché la passione è tutto, l’attrazione è altrettanto, la complicità è altresì importante, ma quelle risate, quel sorriso, sono le cose che mi mancano di più. Davano un senso alla mia giornata.
Someone who’ll help me see things
In a different light
All things i detest
I will almost like