30 anni per trovare quello che hai sempre cercato
meno di un mese per capire che l’avevi trovata
2 anni per vivertela
1 mese per levartela
Aggiornamento: 1 mese in più.
Ogni giorno, ogni sacrosanto secondo che passa, so che è un secondo in meno, potrei far finta di nulla, è vero. Ho sempre fatto finta di nulla. Tutta la mia esistenza è stata una finzione. Quello che mi si chiede è di tornare a fingere, tornare a fingere che sono soddisfatto, tornare a fare il giullare per tutti, cercando in quei tutti, un sorriso che non esiste in altra persona. Buttare i post-it, buttare youtube, buttare gli origami, buttare il cervello. Mi si chiede di essere uno qualunque, e non potendo farlo a voce, mi si leva ciò che mi fa sentire speciale.
E’ sempre difficile dirsi addio, soprattutto quando non esiste un Addio, nessuno ci crede, il banale ciao è decisamente impossibile. Come fai? Non puoi stare senza, lo capisci dal semplice fatto che non sei in grado di salutarla, neanche al telefono ci riesci, neanche qua ci riesco. Non sono in grado di dirle “a domani”… Lei lo nota, lo sa, e forse anche per lei è difficile, nelle semplici giornate. Quando superiamo quel breve lasso di tempo in cui dovremmo attaccare, è decisamente impossibile farlo.
Non mi interessa del lavoro, onestamente vengo qua da 2 anni solo per lei me ne sarei andato il settembre del 2011, ma non ho avuto il coraggio di lasciarla, se lei non ci fosse più qua, per me questo posto diventerebbe una prigione, piena di ricordi, il problema sarebbe normale per tutti se non ché anche l’ascensore prendo da solo. Non riuscirei a parcheggiare la macchina in una via, perché li mi ha stretto la mano, non riuscirei ad entrare perché spesso ci salutavamo davanti la sbarra, 20 minuti ogni volta alle 20.00, non riuscirei a superare il corridoio perché non ci sarebbero i suoi occhi, non riuscirei a loggare sul pc perché non ci sarà lei a farmi “ehi buondì “.
E senza quel “ehi Buondì “ non è mai un buondì.
Ed ora mi fa male lo stomaco.
P.s. E’ uno sfogo non so quello che ho scritto lo rileggo anche io e mi commento in terza persona.
Tutto ciò è più che comprensibile.
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