Le persone sono essenzialmente ipocrite, si travestono da ciò che l’evento impone, obbligatoriamente ci si deve divertire a capodanno, necessariamente bisogna farsi gli auguri alle feste comandate, tutti devono essere contenti alle cene, tutti tristi ai funerali. Fino a qui, sarebbe anche passabile, ma si eccede in questo travestimento nel momento in cui c’è un saluto, od un commiato generico.
Immaginate un figuro, triste e ciondolante, vicino più alla scimmia che all’uomo, diciamo che è, sulle banali strisce che rappresentano gli ominidi nell’evoluzione, l’elemento a metà, uno di quelli che ha i nomi difficili in latino, non è habilis, tantomeno Sapiens, è uno qualsiasi anche la. Il suo excursus lavorativo è stato quantomeno insoddisfacente, la sua abilità di apprendimento pari a quella di un comodino, e l’educazione di un toro a Pamplona. Questi due anni, sono stati utili solo per tutti gli altri che hanno avuto un elemento da prendere in giro.
Costui è stato perculato dal primo giorno al venerdì stesso, fino a 2 minuti prima che offrisse delle pastarelle, e una cocacola (in 12). La cosa bella è che verrà preso in giro ancora. Quel saluto e quel brindisi a base di Cocacola è stata soltanto una piccola pausa. Perché farla? Perché così funziona? Perché per quieto vivere bisogna fare la parte. Bisogna fare finta che ci dispiace e che gli auguriamo buona fortuna, appena gira le spalle, ovviamente “ma che va a fa sto Bongo? Quanto lo reggeranno?”
E’ già successo con un altro ragazzo, un completo idiota (non a caso era l’unico con cui aveva stretto un pochino di rapporto) non era in grado di adempiere i compiti più semplici, tipo mangiare, costantemente criticato ma salutato con “oh, in bocca al lupo”. Poi ovviamente è stato licenziato anche dall’altro posto di lavoro, e tutti “Beh era prevedibile, era stupido, insulso, etc. etc.”
Bella cosa…
La mia reazione è non mangiare le pastarelle, ma fargli fare un discorso perché tutti lo prendono in giro per come parla e quindi perché non metterlo in difficoltà un’ultima volta? Sono fatto così, credo fortemente in quello che penso, se decidessi di cambiare il mondo, non lo farei polemizzando mentre cago sulla tazza, se decido che mi stai sul cazzo, ci stai anche quando sei vestito di frassino, se non ti sopporto il 5 aprile, non ti sopporto neanche il 25 dicembre. Scendere a compromessi vuol dire non credere a quello che si pensa, che non sempre è giusto ma di certo è meglio sbagliare che far finta. Tante volte avrò sbagliato, ma nessuno ha dubbi su cosa penso di lui/lei, e questi, in caso di errore, verranno informati e ciò, farà in modo che si creerà quella sorta di onestà che sarà una buona base per il futuro.
Mi sa che io e te siamo molto simili.
RispondiEliminaA volte l'ipocrisia è necessaria per una sorta di "imposizione da situazione", però quando non ce n'è bisogno, allora si dovrebbe evitare.
Moz-
Purtroppo è necessario che qualcuno lo faccia, sono sicuro, ma finché lo fanno altri mi godo il mio momento e la mia libertà di essere polemico e rompicoglioni. Quando sarà il mio momento forse lo farò anch'io fin'ora me la sono cavata arrivando sempre in ritardo.
Elimina