venerdì 21 giugno 2013

Posted by Adespoto Posted on 12:43 | 2 comments

Lei #29–Quel dì dal rivendugliolo

Ci sono quelle poche volte nella storia in cui riesco a ritagliarmi un po’ di tempo con lei, una di queste è stata qualche giorno fa, quando, cambiando turno, ha accettato di farsi accompagnare alla metropolitana.

La tattica è semplice: usciamo, io faccio il giro, lei mi aspetta come se aspettasse il bus, io la carico, e andiamo via. Non faccio mai la strada “facile”, preferisco passare in mezzo alla città, perché voglio viverla con lei, perché voglio dedicarmi quei 2-3 minuti in più alle sue braccia che stanno intorno al mio collo. E mi piace anche star sempre a sentire “C’è gente!”. Accompagnata alla metro abbiamo visto delle bancarelle, e lei attratta come una falena dalla luce, non è riuscita a resistere, ovviamente sono rimasto, e lei:

-Non s’è mai visto un uomo che segue una donna per bancarelle

-Ma io non mi annoio, io interagisco con i venditori ambulanti

lei sorride.

Cominciamo con l’acquisto di un vestito, scelto da me ovviamente, molto bello, un po’ corto ma fa la sua figura sul suo corpo. I venditori stranieri si appassionano al nostro rapporto, e al modo in cui scegliamo le cose e soprattutto simpatizzano, perché grazie a lei il mio carattere diventa molto piacevole. Compriamo anche dell’intimo, e lo fa scegliere a me, onestamente mi son reso conto di quanto mi piaccia scegliere le cose per lei, non solo da vestire ma anche da levare. Li scelgo ma amaramente so che non sarò l’unico a vederli o che forse io non li vedrò indosso a lei. Ma mi piace pensare che faccia le cose per me.

Dopo tutti questi acquisti decidiamo di prendere un gelato, mi prende per mano, nonostante sia in mezzo alla “gente”, la cosa mi fa sorridere, ma soprattutto mi fa felice. Dopo la sfida di chi paga, abbiamo mangiato un gelato pessimo, il mio soprattutto, fortunatamente il suo era decente. Perdiamo tempo, facciamo aventi e indietro per buttare le coppette, arriva l’ora del commiato, il momento che ci accompagna sempre. Davanti alle scale della metro ci guardiamo per 10 secondi fissi, sembrano una vita, e dopo

-Ti amo

-Da impazzire

Si controlla ancora intorno, per quanto voglia nasconderlo, vedo che i suoi occhi cambiano espressione, è triste. Mi bacia, molto velocemente.

-Ciao, ci vediamo domani.

-Già

Vedo scenderla per le scale, io mi incammino per andare a riprendere lo scooter, salgo, metto il casco e il venditore ambulante mi guarda e mi dice “Ciao Angelo”. Quel –ciao angelo- rappresenta come la gente mi vede quando sto con lei, tutti si invaghiscono di noi, si interessano, simpatizzano, scherzano, parlano, non siamo “la coppia che passa”, cioè si fermano a parlare con noi dicendo anche dove possiamo ritrovarli, perché vogliono rivederCI, non a me, non a lei, ma a noi. Ma quel saluto mi fa notare che sono rimasto solo. E dico al tizio

-C’hai ragione! Tienimi il casco e guardami lo scooter!

Lascio tutto, e scendo giù di corsa, e fortunatamente la vedo intenta a prendere il biglietto alla macchinetta, prendo 2 euro dalla tasca, che lei stessa mi ha messo, e mi avvicino a lei che si sposta e mi guarda

-Perché sei sceso?

-Perché avevi bisogno di aiuto!

-Perché sei sceso?

-Ecco il biglietto

-Prenditi i soldi

e mi da 5 euro in mano, io prendo il resto e mi avvicino per rimetterglieli in tasca

-Dimmi perché sei sceso!

-Perché ti amo, non mi basti mai, e non volevo perdere nessuna occasione.

In quel momento le sto vicino e la bacio, nella metro, con la musica che sembrava fatta apposta, nessuno ci guardava ma ci sentivamo osservati da tutti.

-Tu sei matto….

-Non mi pare una novità.

Vedo i suoi occhi lucidi, sento che avrei potuto baciarla per ore e non avrebbe opposto resistenza, ma non serviva, non è importante quanto è lungo il bacio, ma per quanto tempo ci lascia quella sensazione. E ancora oggi sento il suo braccio nella mano sinistra, sento di avere la mano destra nella sua tasca mentre faccio cadere gli spicci e l’avvicino a me, e sento le sue labbra abbandonate al bacio, e vedo i suoi occhi lucidi.

Sono andato via, perché non volevo lei vedesse i miei.

Però li ha visti il venditore, che mi teneva il casco mentre fisso e stupito guardava me risalire dalla metro:

“Che hai fatto? Perché è andata via?”

-Perché doveva andare via

“oh mi dispiace”

-A te? Pensa a me…

“ma tu piangi?”

-Solo quando è necessario, ma non dirlo in giro senno non vengo a trovarti più

“ok amico! stai bene perché sei una brava persona.”

-Se fossi una brava persona forse non sarei sceso. Ancora devo capirlo.

“Per me sei una bravo uomo.”

-Speriamo tu abbia ragione, mi voglio fidare di… come ti chiami?

“Dinesch” (non so come si scrive ovviamente)

-Ok Dinesch mi fido di te, quindi se non hai ragione me la vengo a prende con te. Ora vado senno faccio tardi e tu non vali un mio ritardo, anche se sei simpatico.

“Tu scherzi tanto, fai felice gente, tu sei brava, ti auguro bene ciao”

2 commenti:

  1. Ma quanto sei romantico! Attento a non farti fagocitare dal romanticismo... no, ma che dico, sicuramente ti vuoi fare fagocitare dal romanticismo! ;)

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    1. Ahahahaha ma non è una scelta, è una conseguenza, ma non sono solo romantico e sdolcinato. Tranquilla.

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