domenica 9 giugno 2013

Posted by Adespoto Posted on 02:24 | 10 comments

Lei #24–S’agapò

Ci sono dei giorni in cui so che dovrei stare accanto a lei, lo percepisco, lo sanno forse tutti, ma nessuno lo ammetterà mai. Ieri era uno di questi, un giorno in cui forse il mio animo, o il mio modo di essere avrebbe aiutato più di qualsiasi parola detta da chiunque. Purtroppo non c’ero. Ciò non toglie che però son stato tutta l’intera giornata a chiudere gli occhi e a riaprirli con 3-4 secondi di ritardo. Era come se cercassi in tutti i modi di mandarle un messaggio. Niente mi distraeva dall’intento, anzi, ogni cosa, più del solito, mi ricordava lei, figurati una ragazza che si morde il labbro mentre mi guarda e sono in macchina a cercare lei con la mano su un sedile vuoto. Alla fine capisco che questa mi segue e mi continua a fare sti sguardi perché sorrido come un ebete… ma non sorrido a lei. Sorrido a quello che mi ha suscitato.

Quando si perde una persona cara, ci sono due possibili vie, o sei la persona che piange o sei la persona che sostiene chi piange. Lei è forte, lei smette di piangere per sostenere chi piange.
Lei crede di essere debole, allora mi chiedo se non sia lo sguardo o le parole di chi la circonda a farle credere questa enorme stronzata. Io l’ho vista piangere, l’ho sentita piangere, sono spesso la causa del suo piangere, l’ho stretta quando piangeva, ho sentito il suo petto contrarsi dal pianto stesso, non è un pianto di una persona debole, è un pianto di una persona forte, che nel momento in cui vede che hai bisogno tu di essere sostenuto, diventa il tuo sostegno. Ma io non c’ero ieri… Ero a far finta di divertirmi, a far ridere tutti, a fare il giullare di una corte che non voglio, e non potevo tenerle la mano. Certo non avrei cambiato la giornata, la giornata non la cambi mai, ma puoi cambiare il modo di vedere la stessa. Gli eventi sono inevitabile, le reazioni sono comandabili, la giornata può, in un certo senso, essere modificata.

Posso solo dire che se fossi stato con lei avrei cominciato la mia solita polemica sul tutto. Non perché mi interessasse, ma perché so che focalizzando l’attenzione sulla stessa si sarebbe allentata la morsa allo stomaco:

- Sai amore mio, mi rendo conto che siamo proprio dei coglioni, spacciamo anche il rito della morte come cristiano, quando l’inumazione così è più antica della nascita di Adamo ed Eva, stando a calcoli ovvi.
- Ma ti sembra il momento?
- Beh non è che ci sono momenti migliori, dopotutto parli di cibo quando sei al ristorante, di birra al pub, di lavoro a lavoro, di malesseri all’ospedale. Insomma ogni luogo ti ispira un determinato argomento.
- Dio mio, quanto mi fai incazzare, è vero, ma non è il caso.
- No infatti, però pensaci, pure gli uomini di Neanderthal  mettevano dei fiori, i romani avevano questo concetto di “fuori le mura", e i greci erano fissati per la sepoltura senno niente riposo.
- Dove vuoi arrivare?
- Da nessuna parte, tu immagina fossimo dei greci, guarda la tua amica, quella che chiacchiera bene e razzola male, magari stava al senato… Oppure magari l’altra, quella con la faccia da stronza, che si promette sposa ma poi si rende conto di amare il garzone ed impazzisce perché non può mettere a repentaglio tutto quello in cui ha sempre creduto, ma in cui ora crede meno.
- Ancora non ti capisco.
- Vedi forse se eravamo così antichi come i greci, saremmo stati abbastanza moderni nel pensiero che forse questo giorno non sarebbe mai capitato. Perché ricorda che stiamo storicamente regredendo lo dimostra una frase molto importante, i greci erano già froci quando noi magnavamo ancora le banane sull’albero.
Un sorriso a mezza bocca non gliel’avrei già levato? un sorriso amaro, certamente,  ma una reazione controllabile.
E poi lei curiosa come una portinaia suocera di se stessa:
- E secondo te, noi greci come saremmo stati?
- Beh, eravamo vestiti diversamente, mangiavamo cose diverse, parlavamo una lingua diversa, ma dalla mia bocca sarebbe uscito lo stesso:  -s’agapò-. 

10 commenti:

  1. In questo periodo il tema morte non mi è granché caro.
    Al s'agapò preferisco il filo se, apre la mente ad una dimensione più profonda, tipo un abbraccio tra amanti. È la faccia più fragile della passione, a sapertelo spiegare bene, che filosofa sarei.

    Ti saluto.
    E saluto anche lei.

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    1. Che filosofa saresti :) Grandi Baustelle.
      Grazie :D.

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  2. Questa è una delle ragioni per cui io non sarei brava a fare l'altra.

    Se non me ne frega niente è solo sesso, in quel caso sono affari suoi, io non sarei l'altra... sarei una che passa e va e neanche sarei a conoscenza di eventi simili.

    Ma se me ne frega... allora non c'è niente che potrebbe costringermi ad essere lontana.

    Mi dispiace, Ades. Molto.

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    1. Dai che alla fine sei una tenera.

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    2. Davvero. Sono sicura che da qualche parte, nascosta fra le centomila personalità, c'è anche quella tenere... Chissà che buon arrosto ci si potrebbe fare! :P

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  3. Il mio approccio nei " lutti " altrui, è di silenziosa presenza.
    Mi sono reso conto che spesso alcune gestualità valgono più di tante frasi dette per dovere in quelle circostanze.
    E' il tuo esserci per lei al di là di tutto che è importante, più di qualsiasi frase sui Greci o sui Sumeri.
    Saluti. ;-)
    P.s: bellissima la citazione Baustelliana di Astrolabia. :-)

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    1. La frase sui Greci è interessante, devi ammetterlo. Lo so che è inutile parlarne, ma sono uno a cui piace parlare, e so come reagisco ai silenzi. Con aneddoti e informazioni inutili.

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    2. Più che interessante direi che storicamente parlando la frase sui greci è verissima, l' omosessualità è nata prima della religione cattolica.
      Approvo la tua mozione ditta la linea. :-)

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  4. Non so mai come comportarmi duranti i lutti, ma la gente credo sappia che io ci sono, presente, per loro :)

    Moz-

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    1. Sai come ci si comporta durante i lutti? normalmente secondo me, è la faccia migliore, per dare un senso a quella giornata. Senza fare pazzie, senza frustarsi. Nessuno lo vuole. Per quanto tu voglia farlo serve un punto di normalità. E sicuro farsi "la magnata" come ho visto fare non ha senso, meglio i Greci.

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