mercoledì 12 giugno 2013

Posted by Adespoto Posted on 15:30 | 10 comments

Lei #25–Happiness

Quando un uomo avrà raggiunto la felicità, il tempo non ci sarà più.

 

Dostoevskij – Demoni.

 

Chiedimi se sono felice?

-Si lo sono, lo sono quando vedo lei 3 ore prima dell’orario di lavoro, lo sono quando mi bacia di prima mattina, lo sono quando si mette la gonna per mandarmi in tilt, lo sono quando mi tiene la mano in macchina, lo sono quando vedo lei che mi guarda, sorride e si morde il labbro. Lo sono quando un secondo dura un eternità ma sai che è poca l’eternità stessa.

Se ieri avessi dovuto fare un resoconto della giornata avrei detto che:

Ho passeggiato mano nella mano, ho guardato ciò che amo da sotto la strada attraverso una finestra, ho baciato, ho abbracciato e nello stesso tempo mi veniva stretta la mano che le cingeva la spalla. Ho preso un libro perché a lei serviva, ho riso con lei e con tutte le persone che incontravamo; io interagisco con il mondo perché voglio viverlo, ogni volta che c’è lei di fianco a me. Abbiamo comprato un vestito per lei, discusso sulle tonalità di colori esistenti, abbiamo fatto quello che non “ci è concesso” ma ci siamo amati anche solo perché camminavamo nella stessa direzione.

I resoconti della giornata voglio farli mentre lei si addormenta, l’ho guardata dormire o riposare gli occhi, come vuol dire lei, mentre riposava gli occhi le accarezzavo il viso e vedevo che stava bene, quando ho visto che lei stava bene mi son sentito felice, con lei accanto, vestita per mandarmi in tilt, un sorriso generato da una carezza, e nessun altro in giro.

Non sapevo quantificare il tempo che passava se non guardando l’orologio, non capivo perché una carezza sembrasse così lenta ma al tempo stesso le 3 ore sono volate via.

 

Quando mi ha chiesto come fossi stato, le risposi –felice- e lei, fiera del suo puntiglio, “felice è una cosa importante” ed io so bene che significa. Ho provato a richiederglielo, la risposta è stata “felice”. Lo so che mi ha fatto quell’osservazione prima, perché poi il suo felice avrebbe avuto più importanza.

 

La sera a casa, non pensavo ad altro se non al bacio dato alle 10:55, al darsi la mano con le dita intrecciate, alla sua gonna, e a quello che aveva sotto, al fatto che mi avesse mandato veramente in tilt, mentalmente e fisicamente, al comprare delle stronzate, al fare tutto perché un suo sorriso, un suo chiudere gli occhi e riposarli, vale ogni singolo gesto. Ognuno fa quello che può per rendere felice un’altra persona, io mi rendo conto che faccio tante cose, ma so per certo che quello che CI rende felici, inequivocabilmente, indiscutibilmente è la vicinanza l’uno dell’altro, ci rende felici tanto quanto si è infelici distanti, perché ogni sguardo che incrocio per me è il suo, non ne reggo più uno difatti, ma so che ogni mano che la sfiora, è la mia.

 

Le ho ripromesso che non cambierò mai, a discapito del fattore “tempo insieme” che tanto sbologna la gente, io le ho detto “tu sai per certo che io fra 20 anni sarei ancora così”, non ho ricevuto risposta, perché lo sa, ed io lo so, ma lo so perché se non solo per lei sarei così per una minilei o un minilei, ho capito che sono così, sono stato così diverso in tutti questi anni che non posso regredire, e poi se ci fosse qualcun’altra con noi, non mi sognerei mai di smettere di creare fiori di carta, o di fare un balletto sulle note di Vinicio Capossela, sarebbe la mia eredità.

 

Non ho tante vite, ne ho solo una, e  in quanto unica, è giusto che cerchi di renderla perfetta, perché la vita è pienamente vissuta solo quando mette radici in un’altra.  A volte ci rendiamo conto che siamo come i Salici Piangenti, quando capiamo che la terra non è giusta cerchiamo un’altra terra, nascosti sotto lo strato superficiale, quando la troviamo i rami si appesantiscono come spugne e diventano così curvi, il nome non è casuale, ma per ogni trapianto ci sono insieme cambiamento e pianto.

Spero che oltre ai pianti che le sto offrendo abbia almeno un’abbondanza di buoni pensieri. Perché non mi perdonerò mai, comunque vada, del dolore che le sto causando. L’unica consolazione è che lei è felice con me, credo come non lo è mai stata con nessuno. Io non sono la novità, sono quello che vuole, ma che forse avrebbe preferito non conoscere ora.

 

Che rumore fa la felicità?

-Fa “ehi”…

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10 commenti:

  1. La felicità non fa nessun rumore udibile, ma solo un grande WUUUUUUUUUH interno :)

    Secondo me se tu fossi cattivo saresti uno stalker metodico e preciso :p

    Moz-

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    1. E' quell'ehi che fa generare il wuuuuuuuuuuuuuuuh interno... e se fossi cattivo al massimo sarei un serial killer :), ho sempre pensato questo oppure un ladro, ma di quelli seri, non da scippo, lo stalker non mi si confà.

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  2. Quoto Moz, qua sopra. Risposta perfetta Miki!

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    1. Oh Mist... quanta pignoleria, chiamiamola licenza poetica, lo so che non fa rumore la felicità, ma la macchina fa broom? no è un'onomatopea, per me l'onomatopea della felicità è il suo "ehi". :D Cambierò il titolo dei Negrita "Quale onomatopeaaaa ha, la felicità!!!!"

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    2. Veramente io lo quotavo principalmente riguardo lo stalker :P

      Si, sono pignola... Ma tu mi vuoi bene ugualmente, vero? :P

      No, non rispondere, lo sento a pelle che ti sto sulle scatole abbondantemente :P

      Però è vero, lo quotavo anche per il WUUUUUUUUUUUUH interno. Quando sono felice il rumore è tutto dentro la mia testa. Tutto quello che c'è fuori si annulla improvvisamente... ma capita di rado che io sia felice, per fortuna, altrimenti sarebbero guai a non sentire niente :P

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    3. Naaa non mi stai sulle scatole, tranquilla, altrimenti non ti leggerei, o risponderei, ma ti insulterei, che a volte se insulto non è detto che non sia simpatia anch'essa. E poi non sei tu che hai uno stalker di fuori alla finestra? Di che ti lamenti... :D

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  3. Sono d'accordo anche io con il Moz qua sopra! Ma non credo proprio che tu sia cattivo (e neanche che ti disegnino così), per cui niente profilo stalker!
    Eppoi sì, mannaggia, ti manca il tempismo!
    Buona fortuna, comunque, ché visto che cattivo non sei, sono dalla tua parte ;)

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    1. Il tempismo? si è vero. Ma sai Valeria, se funzionasse sempre così tutti staremmo ancora con la ragazzetta o il ragazzetto delle medie. Per questo non rinuncio a lei, non merita la mia rinuncia, anzi, vale la pena tutto. Te la farei conoscere, sicuramente diresti che ne vale la pena, ma non guardando lei, ma guardando me quando sono con lei.

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    2. Hai ragione a non rinunciare, ci mancherebbe! E' evidente che il tuo sentimento è davvero forte e genuino e sincero... probabilmente dovrebbe essere lei a prendere altre decisioni che sblocchino questo stallo (se interpreto bene i tuoi racconti), se, come dovrebbe essere, anche per lei è lo stesso.
      Per quanto riguarda il tempismo, tu dici: "Io non sono la novità, sono quello che vuole, ma che forse avrebbe preferito non conoscere ora". Io ti posso dare il punto di vista di chi sta con la stessa persona da tanti (aiutami a dire tanti) anni, che è questo: avrei preferito conoscerla un po' più tardi.
      Come vedi, mai niente è al momento giusto ;)

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    3. E allora cerchi di trovare il giusto, nonostante non ci sia il momento adatto. Quello che dico sempre è che "se magari fossi arrivato 10 anni prima, magari non avrei maturato quel modo di mmm interagire che ti avrebbe fatto fare il primo sorriso". Io non credo ci sia un tempo per ogni cosa, credo che ogni cosa vada vissuta nel tempo in cui ci capita.
      Fa parte dell'inevitabilità, ne destino, ne caso, ne fato.

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