martedì 18 giugno 2013

Posted by Adespoto Posted on 15:46 | 6 comments

Lei #28–Feel Like Home

La canzone è un buon sottofondo.

Fin da bambino ho sempre voluto andare via di casa, ricordo che all’età di 7 anni mi misi il mio super-accessoriato Big Jim sotto il braccio, passai in cucina a prendere una mezza pagnotta di pane e decisi che me ne sarei andato di casa.  Era sabato, scesi le scale mentre i miei mi guardavano ridendo, aprii la porta che dava direttamente sulla strada, vidi la piena totalità della vita mondana anni ‘90 sotto casa mia, locali che producevano musica a me totalmente avulsa, odore acre di birra su asfalto, gente che urlava, macchine che suonavano… Insomma optai per scappare di casa di lunedì. Soprattutto di giorno.

Non mi sono mai sentito a casa, neanche a casa mia, saranno stati i miei e le loro ostilità, o forse il declino che vedevo nel loro interesse verso il mondo.

 

Non mi sono sentito a casa quando vivevo con altri ragazzi, lo dimostra il fatto che la mia “stanza” non è mai stata chiusa, era un porto di mare, gente che entrava o che usciva, anche mentre dormivo. Sono stato all’estero e anche lì la casa non era una casa, era un posto dove dormire.

 

L’ho progettata più volte la mia casa ideale, tanto da diventare decisamente abile nell’utilizzo di software atti a rendere 3d la tua idea di casa, abile con i software di ikea o simili, per arredare, forse anche molto bravo nell’arredare proprio. Lo dimostrai per la cura dei particolari che avevo anche nel mio locale. Linee che dividevano le stanze, colori accesi pastello, ovviamente il tutto sembrava un quadro di Mondrian, ma chi se ne accorse? nessuno, pensai che fosse la mia casa, che nascondeva i miei segreti e le mie passioni, a chi potevano piacere delle follie tali. Ma comunque non lo fu neanche quel locale. Cominciai a capire che non era tanto dove vivevi, era come stavi a farti sentire a casa.

 

Il 19 febbraio, ore 20.15 circa ero seduto accanto al sedile del passeggero, ci fu uno di quei discorsi del tipo “non si può/non si deve/sto male/sono colpevole/etc.etc” uno di quei discorsi che quel giorno mi colpì parecchio, perché non riuscii a nascondere la tristezza, solitamente sono molto più bravo. Lì in quel momento lei smise di fare quel discorso, io la guardai e lei mi fece una carezza sul viso, una carezza che partiva dalle tempie e finiva col pollice sulla bocca, i discorsi erano finiti, lei fu più forte di me, mi consolò e mi fece sorridere. Chiusi gli occhi, entrai in un salone con delle scale, sentii degli odori a me familiari, vedevo dei quadri che rappresentavano qualcosa, dei colori e una voce. Mi son sentito a casa per la prima volta. Su un montante di una macchina, quasi seduto per terra, con il casco in mano, ma mi son sentito bene, ero a casa. Mi son sentito a casa la prima volta che mi ha detto mi abbracci, mi son sentito a casa la prima volta che ha sorriso, quando ho sentito che sapore hanno le sue labbra.

 

La casa è come la chiesa se non ci credi è solo un edificio fatto con i mattoni, ma quando una carezza ti fa sentire come se avessi aperto la porta e lì ci fosse tutto il tuo mondo, allora sei veramente dentro la tua casa, con tutti i pro e i contro, e non avrai mai paura di varcare quella soglia.

Categories: , ,

6 commenti:

  1. Della serie: La Casa è dove vi è il cuore, e tu avalli questa tesi. ;-)

    RispondiElimina
  2. Eh cazzo, la casa per me è tutto!
    Non voglio ville faraoniche, per me la casa è una mia cameretta che però ha più stanze!
    Anche porto di mare va benissimo! Mi piace molto se la gente venisse a visitarla!

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Beh parlando in metafora non vorrei qualcuno "visitasse" la mia "casa" ! :D.

      Elimina
  3. Molto bello il tuo ultimo commento sulla casa. La casa è un mix di emozioni.. ma se a casa non ci si trovasse più A CASA?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è la tua casa, lo capisci da poche cose, dagli odori, dai rumori; se entri e senti solo il silenzio, oppure se entri e c'è un odore che non appartiene a quella casa, allora è sbagliata. Senza dubbio. Sia anche che rientri a casa e devi sistemare il tubo dell'acqua di fretta, è vivere "la casa" perché non hai sentito il silenzio di sottofondo ma fai un sorriso perché oramai ci sei.

      Elimina