lunedì 24 giugno 2013

Posted by Adespoto Posted on 12:36 | 9 comments

Lei–Roma di Note #4– Io me moro

Il weekend è molto duro, c’è l’assenza, la difficoltà del sentirsi, i rischiosi "10 minuti veloci poi non posso più”, ma nonostante questo, anche in sua assenza ho la necessità di immaginarmi che dopo una settimana dedita allo stress, sia giusto farsi una passeggiata se la serata offre un’aria fresca, e soprattutto camminare fa bene. Quello che ci viene offerto di domenica notte, nelle vie di Roma, è una città antica, cosa che non è di giorno, puoi andare a San Pietro e sentire il vento che passa in tutte le file di colonne del Bernini, e notare che è stata aggiunta una fila tra le prime 2 per non dare sfogo alla bellezza che offre la piazza. Oppure puoi cercare tra i vicoli di Borgo Pio una visione che non si addice minimamente all’austerità offerta da San Pietro da un lato, e da Castel Sant’Angelo dall’altro.

Poi arrivi a Castel Sant’Angelo, costeggiando il “passetto” e vedi che sorveglia tutta la città di notte, ed è sfondo per migliaia di foto ogni giorno, che faranno il giro del mondo; ma che è stato anche teatro di molte morti, mentre attraversavo il ponte infatti me n’è sovvenuta una interessante.

beh

Beatrice Cenci decapitata perché uccise il padre, simulandone maldestramente una morte per incidente. Ma non è questa la parte interessante, la storia di Beatrice, influenzò notevolmente la vita del nostro pittore preferito, Caravaggio. L’ingiustizia subita da Beatrice e la falsa giustizia che l’ha portata al patibolo, han fatto da musa per parecchi artisti.

Difatti l’opera Giuditta e Oloferne di Caravaggio rappresenta la storia di Beatrice.

300px-Caravaggio_-_Giuditta_che_taglia_la_testa_a_Oloferne_(1598-1599)

Altra curiosità è che Mastro Titta, abbia annoverato tra le sue memorie le difficoltà di “posizionamento capite” a cause del seno prospero della condannata.

 

"Non sapendo come dovesse accomodarsi domandò ad Alessandro primo boia cosa avesse da fare, e dicendole che cavalcasse la tavoletta del ceppo e si stendesse sopra di quella, nel che fare per la mole del corpo, ma più per la vergogna durò grandissima fatica, ma molto maggiore fu quella di accomodarsi con il collo sotto la mannaia, perché aveva il petto tanto rilevato che non poteva arrivare a porre la gola sopra quel legnetto in cui cade il ferro della mannaia, a cagione che, non essendo la tavoletta più larga di un palmo, non era capace per l'appoggio delle mammelle".

 

Mastro Titta – Memorie romanzate di Giambattista Bugatti

 

Tutto quello che ora è bello, prima di esserlo è stato teatro di numerose lacrime ed ingiustizie, pare che ogni cosa bella nasca da tante lacrime.

 

Questi “tour” che faccio, non sono per me, io queste cose le ho vissute centinaia di volte, ma le ripercorro aggiungendo lei al mio fianco, ora prende senso tutto questo “nozionismo” di cui son fornito, completamente inutile, ma ci piace, ci rende vivi e ci fa vivere anche un ponticello.

9 commenti:

  1. A parte la bellezza di Roma, meta dove vorrei andare con John 1 o 2 giorni... son incuriosita da una cosa, ma se non è possibile saperlo rispondi parlando solo di Roma e - come diciamo noi - suma a post/siamo a posto.
    Come mai nel weekend hai difficoltà a sentire lei?

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    1. E' possibile saperlo certo, diciamo che nel periodo in cui l'ho conosciuta lei stava iniziando a creare la sua famiglia, il punto è che nessuno dei due si aspettava mmm di aver messo in discussione nulla di quel che era. Ora io posso portare una camicia a quadri e lei mettersi un vestito scelto da me e comprato con me. Ma il weekend... non ci si può sentire, e onestamente io non so come andrà, le mie speranze non sono celate. E quello che faccio non è assolutamente una nenia lamentosa, è semplicemente creare una storia :D poi se verrà vissuta avrò qualcosa da raccontare nel caso opposto, non avrò rimpianti. Ovviamente a lei dico le stesse identiche cose che scrivo qua, altrimenti non avrebbe senso.

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  2. si, si certo... non dev'essere facile però...

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    1. Mmm :), sai che c'è? Vale ogni difficoltà, a prescindere da tutto.

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  3. Perché, mi chiedo, quando venni a Roma io fui ospite di illetterati che pensarono più saggio intrattenermi nei lidi di Ostia, costringendomi ad una rarissima quanto inappropriata abbronzatura, quando potevano mostrarmi tutto questo?

    Castel Sant'Angelo lo vidi per caso, passandoci in auto.

    I Musei Vaticani li sognai solamente. Idem per i Fori Imperiali. Il Colosseo me lo fecero vedere da fuori, di corsa, perché non c'era tempo per fermarsi...

    Devo tornare a Roma pure io. In inverno!

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    1. Perché Roma offre tanto, ma se cammini quando è il weekend sembra caotica. La qualità di Roma la scopri nelle serate estive dei giorni infrasettimanali. Quando non c'è nessuno e se vedi un ponte non è pieno di gente ne di venditori ambulanti. Puoi vedere una coppia di amici, una coppia di fatto, una famiglia, qualcuno che torna dal lavoro, insomma gente che passa li perché deve farlo, senza rendersi conto che sta calpestando 2000 anni di storia. Castel Sant'Angelo è Roma, sia per quanti nomi ha cambiato sia per quanto è importante.

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  4. Che dire, sei meglio di una guida turistica. ;-)

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