sabato 23 marzo 2013

Posted by Adespoto Posted on 13:43 | 3 comments

Lettera ad un sogno (le mie 5 lettere ad un sogno)

Prima di scrivere un post, solitamente cerco il titolo su google, per evitare di incappare in argomenti trattati, ed evitare blog-gaffe. Cercando questo ho trovato: un testo di Alberto Fortis, una lettera su Yahoo Answer che ricorda la lingua Volgare, uno dei tanti terribili PPS che ti infestano la mail aziendale, mandati sempre dalla stessa testa di cazzo, per cui ho fatto una regola anti-spam.
Così ho deciso che, essendo un argomento trattato in malo modo, posso utilizzarne il titolo o quantomeno, essendomi perso in chiacchiere, spiegherò perché vorrei scrivere una lettera.
La lettera ad un sogno, può essere una lettera d'amore senza destinatario, si conosce e si può mandare, ma si ha paura, scrivere è molto difficile, forse perché si tende a cercare termini poco ortodossi per dire cose semplici, o perché si tende a scrivere troppo, o troppo poco. Ho aiutato qualcuno a farlo, quando ancora aveva senso, ora puoi fare un blog e dedicarglielo (in parte). Poi penso che io sarei il tipo che cercherebbe di notare le differenze di calco nella grafia, e subito dopo penso oh merda, lo farebbe anche lei, lo fa con un sopracciglio che trema mentre parlo, figurati se avesse davanti un foglio che può leggere e rileggere. E capisco che sarebbe l'unica a cui io potrei scrivere, e l'unica che saprebbe leggere veramente. 
Dopo questa sega mentale, capisco che, scriverla qua sarebbe difficile, perché mi risulterebbe impersonale, scriverla a penna sarebbe deleterio, conoscendola, mi ricatta per farmi tacere quando la insulto, rifilandomi screen di conversazioni paleolitiche. Ma poi mi viene da sorridere, e penso che veramente mi perderei nel dilemma del troppo lunga-troppo corta, cosa le scrivo, cosa le dedico, cosa cosa cosa... 
Mentre sto andando via di venerdì mi faccio la domanda più importante cosa voglio dirle? Lei è li, che va via nella sua macchina, io sto con il motorino, in quel preciso momento si mette a sbrogliare le cuffie dell'auricolare (anche se non le usi, loro fanno un incontro di catch dentro la borsa, senza che nessuno le istighi), prendo un minipost-it e una penna che porto sempre con me, le scrivo la mia lettera d'amore ad un sogno, due parole, cinque lettere in tutto, stampatello, scritte velocemente e attaccate sullo specchietto sinistro. 
Cazzo, non servivano campi di fiori o montagne innevate che si sciolgono con la primavera dell'amore e sboccia la margherita che con la sua ultima goccia di rugiada, tanto piccola e tanto luminosa irrora la terra di un sentimento che fa nascere il seme del vero cuore che da lontano amerà soltanto lo sciatore che solo se ne va. Trallallero Trallallalà.
Bastava questo, io ho detto tutto, lei ha letto tutto su uno stupido minipost-it (chiedo scusa ai post-it che in realtà ci hanno accompagnato per diverso periodo). Le mie 5 lettere ad un sogno che anagrammerò in maniera veramente criptica-romana "A MITO!"


 I'm your fool

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