giovedì 18 aprile 2013

Posted by Adespoto Posted on 18:36 | 5 comments

Lei #3

Ricordo addirittura che la accompagnai alla stazione per andare a Milano, era ancora il 2011, non era sensato, o meglio non lo era o sarebbe stato per nessuno, ma quando avevo l’opportunità di stare di più con lei non la perdevo, che sia anche per portarla tra le braccia di un altro, ci sarebbe andata comunque, ma io ci sarei stato fino all’ultimo secondo. Fu proprio mentre aspettavamo la metro, che notammo quanto i nostri pensieri erano sulla stessa lunghezza d’onda. Fu una delle separazioni al treno più difficili, era solo un weekend, a me sembrava infinito. E riuscivo solo a camminare lento mentre andavo via, immaginando che lei mi chiamasse da dietro, così non fu, quel treno era puntuale, io feci tardi ad un appuntamento. Al solito, ho seri problemi con i tempi quando si tratta di lei.

Se mi fossi visto dall’esterno mi sarei dato dello zerbino, inconcludente, schifoso rottame, mi sarei detto “fermala” oppure “sei un cretino”, ma essendo io l’altro avrei risposto “tu non capisci un cazzo, se avessi voluto –rubarla- non avrei avuto paura dei ripensamenti, io non voglio quello, non voglio che lei pensi che farei tutto per lei, voglio che lei capisca che ogni secondo per me è importante e che non mi interessa la strada che percorro ne la destinazione, ma solo averla accanto il più possibile” e mi sarei zittito con notevole classe.

Nel frattempo, per avere più momenti da incorniciare, ho cominciato a prendere più caffè, lei mi accompagnava, mi piaceva sentire “no grazie, ma se vuoi vengo lo stesso” per me era totalmente appagante, ma qualcuno doveva consumare, risultato me stava a venì un’ulcera da caffè, cominciai ad evitare quelli al di fuori del lavoro per prenderne uno in più a quella merdosissima macchinetta. Una delle cose che mi faceva impazzire era il suo andare via verso la sua stanza, ed io che la guardavo, ci mettevo tantissimo ad aprire la porta e lei di risposta si girava, sempre sul suo lato destro, oramai aveva capito che le guardavo il culo. Tutti lo facevano ma quando glielo dicevo io le veniva da sorridere ed amavo quei pantaloni neri, forse anche lei.

Ancora era il 2011 e ricordo ancora che scendemmo giù per chiacchierare o meglio lei voleva parlarmi e mi chiese “cosa stiamo facendo?” e io pensai –io mi sto decisamente innamorando di te non so tu…- ma dissi “stiamo flirtando in maniera soft” e lei si incazzò, uuu ancora me lo ricordo, “io non posso, non devo, non posso, non devo” e li si introdusse il mio “si ma voglio non lo metti mai in conto?” c’era solo un modo per non farlo, non sentirsi più. Lei pianse, in macchina, lo capii cercai di consolarla, dire di non sentirsi più per me era come un coltello che entrava piano piano nello sterno, ma andava detto. Risultato, mi trovai a consolare lei la sera, fu la prima telefonata che le feci a casa, forse l’unica. E’ zona out per me. Dissi “ti sembra normale che devo consolarti per una tua scelta di non sentirmi più?” lei rise, ci unimmo ancora di più.

 

E' una storia molto personale e forse, non sarà una grande storia d’amore a leggerla, non ha grandi momenti degni di nota, ma una cosa è certa se immaginassi di dover raccontare a qualcuno una storia, sceglierei questa, perché almeno l’ho vissuta. Non mi è mai piaciuto vivere passivamente le storie degli altri. Un po’ come le partite di calcio, io non le guardo, mi piace giocarci. Ogni singolo momento per me è importante, se dovessi immaginarla, la immagino che ride o che mi guarda di lato mentre sono alla porta della sua vecchia stanza intento ad inventare qualche modo per passare a trovarla. Per poi tornare da me e leggere sulla chat che mi “odia” perché la faccio ridere e TUTTI SE NE ACCORGONO.

5 commenti:

  1. Nessuno può giudicare cos'è grande e cos'è piccolo. A mio parere neanche chi scrive.

    Sicuramente però è una storia molto delicata :)

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  2. Oh, da come scrivi sembra che vivi una storia totalizzante, del tipo: fino all'ultimo secondo con lei, telefonate, caffé ecc...
    Io non ci riuscirei :D

    Moz-

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    1. Qualsiasi cosa. Sai qual'è il fatto è che non ho mai creduto che la regola "gli opposti si attraggono" valga per le persone. Lei è come me in tutto e per tutto. E questo crea una complicità che gli "opposti" non potranno mai avere, potranno stare bene, convivere, adattarsi. Ma non potranno essere complici. E ci riesco appieno.

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    2. Beh sono contento per te... Io, però, morirei XD

      Moz-

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