mercoledì 24 aprile 2013

Posted by Adespoto Posted on 13:38 | 6 comments

Lei #6 - Le uscite

LEI: non lo so chi sei, però ti sogno quasi tutte le notti. perché?
LUI: che penseresti se ti dicessi che quel diario che leggi ogni giorno un tempo era pieno di cose che riguardano me?
LEI: penserei che la cosa è molto sensata.
LUI: tu mi hai cancellato dalla memoria perché credevi di impedirmi di avere una vita piena e felice.. ma hai fatto uno sbaglio, vivere con te è l'unico modo per avere una vita piena e felice. tu sei la ragazza dei miei sogni! E a quanto pare io sono l'uomo dei tuoi.
50 volte il primo bacio




Il regalo

Fu l’unica volta che mi sentii felice dentro un centro commerciale, tempo prima parlando con lei, mi disse che “la persona giusta” è quella con cui stai bene ovunque, anche dentro un centro commerciale. Fu un’oretta e mezza degna d’essere vissuta, non eravamo li per me, ne eravamo per lei, doveva comprare un regalo. Ci divertimmo, come d’uopo facemmo una scommessa e lei la perse, punizione indossare un giacchetto con le paillettes blu…  non ho foto che incorniciano questo momento. Ho solo in mente la sua faccia quando ha aperto la tenda del camerino… Camminammo, scherzammo, lei rise (per me fu tutto)… forse ogni giacchetto simile le ricorderà quel momento, a me succede ciò.
Nonostante ci perdemmo sia all’andata che al ritorno, poter sfiorare la sua mano sul cambio bastava a non darmi più sentore del tempo. Era fermo e andava bene così.

I video

Ogni occasione era buona per passare del tempo con lei, figurarsi se mi capitava la 2° occasione per andare fuori dalle 4 mura che ci hanno conosciuto. Mi impuntai per accompagnarla, alla fine cedette, perché anche lei voleva essere la con me. Risultato ci perdemmo, sia all’andata che al ritorno. Ritirò i video, ricordo il suo sguardo su di me, fisso, lei spesso non se ne rende conto, ma quando mi guarda si chiude sempre la parte inferiore del labbro, e si velano gli occhi. Non lo ammetterà mai, ma va bene così, pare. Nel momento in cui mi riavvicinai al parcheggio dove era la sua macchina, mi disse una cosa che ancora ricordo, sia il tono, sia il modo, sia lo sguardo basso che aveva, e gli occhi spalancati, disse precisamente –vrr srirti lno- ovviamente io capii, immagino lei l’abbia solo pensato, ma tante volte i pensieri si accumulano talmente tanto che fanno fatica a rimanere dentro. Così le chiesi cosa avesse detto, perché una cosa detta ha un altro senso –vorrei stringerti la mano-, così fu… mi strinse la mano, mi piaceva, sentivo che non voleva lasciarla, cambiava temperatura, era freddina, ma prese il tepore delle mie. Andava bene così.

Il gelato

Poco tempo fa, lei ebbe un guasto al motore dello scooter, nonostante cercai di aiutarla le mie doti di meccanico non sono un grande aiuto se non per accendere o spengere un macchinario semovente. Detto ciò, per fortuna, o per caso, o perché non bisogna lasciare nulla di intentato. Mi ritrovai nel momento giusto al posto giusto, così la potei accompagnare, era una bella giornata, e lei mi chiese di prendere un gelato, ovviamente cercai la gelateria più buona che conoscevo, che non trovavo da anni. La trovai subito. Mentre eravamo seduti sulle sedie fuori, lei mi disse una cosa che mi fece dimenticare tutto, –stiamo proprio bene- e non è la frase in se, ma il tempo, non fu un condizionale, io glielo feci notare perché lei lo fa sempre, ho visto il cambiamento del suo sguardo, ho visto che non vuole cambiare il tempo, ma che vorrebbe fermarlo, più ci avvicinavamo alla separazione e più il suo volto trasmetteva questa sensazione, come si rabbuiava Roma, si rabbuiava lei, e quel roseo colore che c’era su quelle sedie, svaniva avvicinandoci al mio scooter per la separazione, perché la vita ti leva sempre e solo, non ti da mai niente, la vita da sola non ti da un fottutissimo cazzo. Le cose sono lì e devi andarle a prendere.

Io non sono capace di fermare il tempo, ma quando lei me ne da la possibilità sono capace di creare attimi indelebili, perché è quello che voglio. Non mi interessa ci siano foto a dimostrarlo, non mi interessano neanche testimoni; mi interessa che ogni volta che avrà in mano una coppetta, ogni volta che sarà seduta su un posto simile si ricorderà che si è avvicinata dicendo che le faceva male la schiena, si ricorderà che stiamo bene, che Elisa ci guardava come se sognasse la nostra “storia”. Elisa, una perfetta sconosciuta, presentata sul momento si ricorderà di noi. Non è una testimone, o una comparsa, l’ho resa attorice quel giorno. Da commessa della gelateria ad attrice è un buon salto di qualità. Ha seguito la sua parte nel migliore dei modi. Solo una cosa non sapeva Elisa, e non l’avrebbe immaginata neanche, Roma si è rabbuiata, io con essa e forse anche lei.
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6 commenti:

  1. E' bello quel film lì. Grazie per il follow. Ricambio volentieri.

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    1. Ahahaha grazie ma sta tranquilla non l'ho fatto per quello, mi ha fatto ridere l'inveire contro il fashion blogger style. Comunque grazie ancora.

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  2. Inutile... continua ad essere un racconto delicato! :)

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    1. :) Non ti piace? pensa ancora non so il finale :D

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    2. Noooo... non ho detto che non mi piace, altrimenti non leggerei, semplicemente, e te lo direi anche.

      E' solo che tu dicesti che è solo una piccola storia, su Lei #3 e tu accennasti a risvolti... ma se ti rileggi i commenti sotto al post facciamo sicuramente prima :P

      Ho solo voluto ribadire il concetto! :P

      Mi sa che tu sei uno di quei rari fanciulli malati di inguaribile romanticismo. Non è un peccato ^_*

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    3. Sarà questo a rendermi fanciullo :D. E' che nessuno mi dava del romantico, sono un po' verginello dell'appellativo :D

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